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mercoledì 11 aprile 2012

L'ETICA NEL WEB 2.0



Finalmente un 'occasione perfetta di lavoro per una neo mamma che vuole lavorare: essere la community manager di un sito nazionale che raccoglie petizioni.
In che cosa consiste il lavoro?

Connettersi ad internet, scegliere le petizioni che vanno per la maggiore oppure crearne di nuove in base a quello che accade e promuoverle nel web attraverso i canali giusti.
Si può stare comodamente a casa, senza avere spese aggiuntive di benzina o altro, si lavora poche ore al giorno distribuendo il tempo a seconda delle esigenze ma cercando di essere il più tempestiva possibile nell'inserire nuove petizioni, visto che una notizia, nel web, ha vita breve.

Sembra il lavoro perfetto, no?



Peccato che per svolgere questo lavoro tu debba gestire dei profili falsi (fake) su FB , Twitter e altri social network. Quando dico falsi vuol dire che sono tutte persone inventate, con foto di non so chi, degli studi finti, un lavoro finto, interessi, tratti caratteriali...per esempio ti potresti imbattere in Francesca Tiziani, Patty Vincenzi, Marco Taddei, Marco Capelli, Laura Ferroso, Marco Perelli...tutte persone che non esistono!

Giusto per farvi capire il volume di questi siti vi posso dire che uno dei più popolari è presente in 32 paesi del mondo con domini diversi con circa 4 milioni di utenti...per le petizioni più importanti sono state raccolte anche 22 mila firme in un giorno...

Di fronte a questa esperienza, che ho vissuto in prima persona, mi sono posta delle domande:

1) Ma quanto valgono le firme raccolte se una persona si identifica con un nickname o peggio ancora è frutto della fantasia di qualcuno?

2) Il web è un prolungamento della vita reale oppure siamo dentro ad una sorta di The Truman Show/Second Life?

3) Quanto importante è l'aspetto etico nel web 2.0?

Posso solo dire che dopo aver impegnato 3 ore della mia vita in questo lavoro, tutto ciò in cui credevo si è rafforzato.
 Se vogliamo davvero rifare l'Italia non è questa la strada giusta; ci impiegheremo 100 anni di più ma con l'onestà e la trasparenza cambieremo davvero il mondo e 30 magazine, vuole essere un piccolo esempio.

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