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lunedì 6 settembre 2010

Lettera al costruttore che mi ha venduto la casa


Tramite questo blog, questo libero spazio d'espressione, avrei potuto diffamare quelle persone che non si sono comportate proprio correttamente nei miei confronti, ma
il detto popolare "Si dice il peccato ma non il peccatore" mi ha sempre colpito perchè trovo sia davvero elegante e garbato.

E così voglio essere.
Elegante e garbata.

Per ovvie ragioni quindi, chiamerò con un nome fittizio il costruttore che mi ha venduto la casa.

" Caro Ugo,
ti scrivo poche righe in tutta onestà per manifestarti la mia delusione personale nei tuoi confronti.
Mio papà, dall'alto della sua seconda media, mi ha sempre insegnato che la parola data vale come un contratto scritto.
A 29 anni ho capito che nel mondo del lavoro non è così.
Sono sconvolta dalla capacità di certe persone di rinnegare quanto detto a voce oppure, non so se è peggio, fare finta di nulla, come se mai avessero pronunciato quelle parole.
Probabilmente gli affari si fanno così ed io non sarò mai una grande imprenditrice.
Non m'importa elencarti i punti che a noi non tornano nella resa dei conti; m'importa farti sapere che secondo me le cose che rendono grande un imprenditore sono la sua onestà, la sua coerenza e il suo sapersi assumere responsabilità.

Ti auguro di rimetterti al più presto dal tuo problema di salute;
incontrarti è stata una grande lezione di vita, per questo ti dico "grazie". "


Ecco, solo per dire che questa lettera gliela darò per davvero perchè altrimenti andrei contro me stessa.
E per quanta esperienza possa avere un ricco imprenditore, per quanti contatti possa aver accumulato negli anni, fidatevi che di lettere così, consegnate personalmente e scritte a mano, ne riceverà sì e no una sola.


Laura

PS: (Aggiungo per il costruttore, se mai dovesse capitare in questo blog, che lo sfondo di questa foto è rosso e il cactus è verde e se per caso vedesse colori diversi ha buone probabilità di essere daltonico).

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